domenica 30 novembre 2014

Ansia da ladro

Ansia da ladro


Poco fa mi ha telefonato mia madre, in ansia, perché in un mese le sono entrati tre volte i ladri in casa. Non è che vive nel bronx, è un paesino tranquillo appena fuori città, sulla via principale del quartiere, ma è disperata perché non sa più cosa fare. La situazione è alquanto allarmante se continua e fuori controllo a tal punto da far pensare di trasferirsi in un luogo diverso...per colpa di chi? Ci sono le forze dell'ordine in primis, che servono e proteggono ma che non hanno la super velocità né possono essere sempre dappertutto, spesso sotto pagati e con o troppo corti o troppo lunghi. Loro che dovrebbero pattugliare la città mentre, generalizzando (ed esagerando) ma non troppo, chiacchierano e cazzeggiano facendosi sfuggire i delinquenti da sotto gli occhi, sono una delle possibili cause che mi vengon in mente...un'altra potrebbe essere la mancanza di illuminazione che incentiva i ladri a farsi strada nel buio, qui potremmo dar la colpa al sindaco che non installa lampioni più potenti per risparmiare sulla bolletta comunale? Dovremmo forse montare delle telecamere a visione notturna per riconoscere i malviventi? Si può arrivare poi alla colpa personale di non installare allarmi e grate di ferro alle finestre? E cosa possiamo dire delle leggi che scarcerano ogni giorno ed ogni mese centinaia di arrestati? Di chi è dunque la colpa e cosa possiamo fare?

Da sempre le persone rubano, per necessità, svago, invidia, povertà o debolezza, e da sempre molti la fanno franca non pagando per i loro reati. Ho cercato sul web notizie riguardanti Bergamo ma non ho trovato statistiche (il sole 24 ore) , con dati precisi, più aggiornate del 2010 che danno 1.771 furti in abitazioni (denunciati) nel solo anno 2010. Ora sento che i furti saranno aumentati di almeno un terzo, non ho alcun grafico sotto mano ma è un sentimento che provo quando passeggio per la strada, vi capita mai? Mi sento meno sicuro, più vulnerabile, e questa stessa sensazione la sento in strada come in casa mia, vivendo con l'ansia che qualcuno voglia entrare per rubarmi le poche cose di valore che ho. Cosa faccio allora, compro un arma? Non credo che fare il porto d'armi e comprarmi una pistola possa servirmi a qualcosa sinceramente...e, anche se fosse, se entrano quando io sono in giro? Allora un cane da guardia, bello grosso e incazzato...peccato che in condominio non si possono tenere animali! Forse non trovo una soluzione perché una soluzione non c'è. 
Il logo di "Ladro Stop"
Esiste anche un gruppo su Facebook chiamato "LADRO STOP", che nel gruppo di Bergamo conta quasi 12.000 "Mi piace", il quale segnala, grazie agli utenti, tentativi di furto, furti avvenuti o anche semplici individui sospetti che si aggirano nelle varie zone di città e provincia. Una bellissima idea che però mi rende ancor più paranoico. Leggo di finti tecnici del gas, tentati furti, avvistamenti di macchine con targhe straniere, leggo di persone appostate per controllare i movimenti degli abitanti e vedo fotografie di garage scassinati ladri fotografati dalle telecamere di sicurezza. Aiuto. Ora il vecchietto che sta passando sotto la mia finestra e ammira la bicicletta legata al palo mi sembra sospetto. Seriamente. Come cittadini non possiamo fare molto per ovviare a questa "nuova" piaga che affligge città e paesi di ogni dove, a chi potremmo rivolgerci dunque? Come liberarci da questo senso di angoscia che sentiamo ogni volta che chiudiamo la porta per uscire? Dovremmo organizzare delle ronde di abitanti incazzati che al primo sguardo storto massacrano a sprangate un malcapitato magari solo perché straniero? Come sempre ci sono sempre più domande che risposte ma l'ansia da ladro rimane sempre facendoci barricare in casa sperando che una luce accesa li possa dissuadere. 

Il giornalista in bicicletta,

Charlie Capotorto.

© Riproduzione riservata.

sabato 29 novembre 2014

Noi che (non) siamo inadeguati

Noi che (non) siamo inadeguati


Oggi vorrei parlarvi di qualcosa di diverso, di piu interiore, di qualcosa che fatica a descriversi in poche righe...oggi vorrei parlare di inadeguatezza. Parola forse poco usata ma tanto sentita. Capita a volte di trovarsi davanti persone o situazioni che scuotono il nostro cervello sino a farlo diventare piccolo e inutile facendoci sentire inadeguati, sensazioni ed emozioni delle quali magari faremmo volentieri a meno ma che, sporadicamente, si palesano d'innanzi alle pianificazioni della vita facendoci sballare quanto basta per solcare la nostra tenera carne. Capita...e va bene finche si tratta di piccoli momenti sparsi, il problema si pone quando intere generazioni si sentono inadeguate al proprio tempo stile "Gioventù Bruciata".

Parlando con giovani e meno giovani mi accorgo che la situazione non solo tocca coetanei o gruppi ma tale sensazione di disagio sociale viene avvertita in centro città come nella bassa bergamasca, in provincia o nei piani alti della Bergamo bene, sfiora adolescenti e s'insinua in trentenni e cinquantenni, indistintamente. Qualcosa ci accomuna dunque, non siamo abbandonati alla nostra solitudine, c'è un sacco di gente che sta male come noi. Che bella notizia. Questo sentire ha tanti nomi che ruotano intorno ad un perno centrale, tanto sporco quanto marcio: il fallimento.


Sto male perchè mi sento un fallito e dunque il mondo circostante è piu bravo di me, cosa sono qui a fare? Sto male perchè la società dove vivo ha fallito rendendomi impossibile qualunque pensiero felice. Sto male perchè ho perso il lavoro e la città dove vivo ha fallito, non fornendomi la possibilità di sopravvivere. Sto male perchè nessuno mi capisce...perchè ho un problema che non riesco a risolvere da solo...perchè mi sento...inadeguato. In tutto questo stiamo male noi, non gli altri. Tutto cio parte dal profondo delle nostre interiora ed è acceso dalla scintilla di una società malata, satura ormai di tutto, che ci fa credere di poter sognare e mentre ci addormentiamo viene a farci il solletico sotto ai piedi. Nessuna sorpresa, possibile che sia sempre stato così? Allora cosa c'è che non va? Perchè siamo vorticosamentre risucchiati da un periodo così buio e che a fatica vediamo piu avanti di dieci passi?


Mi piacerebbe avere una risposta, vorrei davvero appoggiare le dita sulla tastiera e combinar le lettere a disposizione per darvi la verità finale...ma non posso, non credo di averla...penso però che qualche considerazione posso esprimerla; in fondo è il mio blog (!!). Sono convinto che si possa vivere serenamente la vita anche senza un obiettivo, credo fermamente nell'unicità dell'individuo, di come il singolo possa cambiare il mondo e nel contempo non negare la forza e la sicurezza del fare gruppo. Che voi siate misantropici o espansivi dovete trovare la strada piu giusta per voi essendo però coscienti che il senso di vuoto non se ne andrà mai, quello fa un po' parte di tutti noi, bisognerà conviverci cercando di renderlo sempre più piccolo, cercando di accantonarlo verso l'angolo buio del cervello. Non per nasconderlo, ma per lasciarlo solo. Se l'inadeguatezza fosse una persona dobbiamo farla sentire inadeguata a sua volta, dobbiamo diventare piu forti del vociare televisivo o dei pareri della gente, dobbiamo lottare per la sopravvivenza delle nostre menti e non smettere mai di pensare. Anche perchè si sa, come dice Guccini, "per chi non è abituato pensare è sconsigliato", quindi vediamo di abituarci, altrimenti qualcun'altro si metterà a pensare per noi.

Concludo qui questo pensiero, un po' confuso un po' no, sperando che anche solo uno di voi lettori abbia avuto la pazienza di leggerlo fino in fondo e, come sempre, vi auguro una buona pedalata.

Il giornalista in bicicletta,

Charlie Capotorto.


© Riproduzione riservata 

venerdì 28 novembre 2014

Una lunga domenica di commercio

Una lunga domenica di commercio


Foto da www.salini-impregilo.com
(impresa costruttrice del centro commerciale di Orio)
Oggi piove e non so' cosa fare, non mi va di stare a casa a rammollirmi sul divano, voglio fare due passi. Vado al centro commerciale. Qualche ora sotto la cara e sempiterna luce artificiale per fare una dozzina di vasche tra sogno e realtà, tra giovani tirati da discoteca e famiglie stanche che trascinano energici bambini tremolanti di Red Bull. Per fortuna è sempre aperto così non devo perdere tempo a controllare orari e giornate di chiusura; in partenza! Salto in macchina e mi dirigo verso Orio al Serio, uno dei più grandi centri commerciali d'Italia, e sulla superstrada già comincia la coda nella corsia di immissione al centro. Dopo dieci minuti di coda ne passo altri quindici per trovare un buco dove mettere la macchina tra i 5.800 parcheggi disponibili, possibile che abbiano avuto tutti la mia stessa idea di passare qualche ora qui? Riesco ad infilarmi nello spazio tra una colonna ed un Hummer grazie alle dimensioni ridotte della mia Fiat 600 e mi dirigo all'ingresso dove, al termine delle due rampe di nastro trasportatore, arriverò a destinazione. Non vedo l'ora di perdermi lungo quei 2 chilometri di vetrine e dimenticarmi della pioggia all'esterno, rincitrullirmi il cervello ammirando lucine intermittenti tra vestiti e scatoline colorate. Inizio il mio passeggiare senza meta da un lato all'altro del centro cercando di coprire la maggior parte di quei 70.000 metri quadrati in modo da non fare due volte la stessa strada...ce la farò? Passati venti minuti mi trovo stordito e confuso, entro alla Iper, ho bisogno di zuccheri per sopportare il bombardamento di suoni che pervade questa "piccola" città commerciale. Vagando nelle corsie mi accorgo di aver bisogno di bibite, del vino, della carne macinata, del formaggio, del riso, del latte, poi del deodorante, delle calze nuove e delle pile stilo. Mi metto in coda con il cestello stracolmo e piano piano avanzo di posizione per arrivare alla cassa e accorgermi di non avere contanti. Ero uscito per fare un giro e non a fare la spesa. Pago con il bancomat e affretto il passo cercando di ricordare colore, lettera e numero per ritrovare la mia macchina. Mi sento nervoso quando per uscire da Orio sono nuovamente in coda e solo grazie ad un cd degli Emerson, Lake and Palmer mi tranquillizzo e riesco a tornare a casa senza andare fuori di matto stile "Un giorno di ordinaria follia". Stanco e con le palpebre pesanti metto via la spesa accorgendomi che di tutto ciò che ho comprato mi servivano solamente le calze, mi siedo e accendo la tv, fuori è già buio e credo che tra poco cenerò. Cos'ho fatto oggi? Ah, si, la spesa.

Ogni riferimento a fatti realmente accaduti o persone realmente esistite è puramente casuale.

Un breve e non troppo immaginario racconto di una domenica da single a Bergamo. Se lo trovate triste allora potete continuare a leggere. Quanto descritto qui sopra in formato di racconto accomuna single, coppie, amici e tutti quanti si trovano persi nella noiosa attività della ricerca di un'occupazione; spesso ciò avviene durante il weekend. 

Ma cosa succederebbe se i negozi fossero chiusi la domenica?

Esistono svariati gruppi e movimenti sul web contrari alle aperture domenicali sregolate di negozi e centri commerciali, come ad esempio il movimento "Libera la domenica", promosso da Confesercenti, che ha depositato la proposta di legge di iniziativa popolare per cambiare la normativa sulle aperture degli esercizi commerciali. Sono state raccolte più di 150.000 firme per portare avanti questa proposta...tutto questo è successo nel Maggio 2013 ma non molto è cambiato, anzi, non mi sembra sia cambiato proprio nulla. Ho chiesto ad un gruppo di Facebook chiamato "Domenica no grazie Italia" di rispondere a qualche domanda e di lasciarmi qualche testimonianza o libero pensiero sull'argomento: le risposte sono state tantissime! Ciò che accomuna i più è la mancanza della famiglia, la possibilità di passare la domenica con i propri cari, i propri figli, e l'angoscia di spiegar loro che mamma e papà devono lavorare e quindi non possono giocare. Il problema di non vedere più nessuno che non faccia la tua stessa vita perché (quasi) tutte le persone sono libere e si godono, giustamente, una giornata al parco, una passeggiata o semplicemente un tranquillo pranzo di famiglia mentre tu devi lavorare. Queste di seguito le domande con le conseguenti risposte (davvero tanti che ho dovuto scremare e riassumere le più esplicative) provenienti da tutta Italia:

- Perché per voi è un problema (lavorare la domenica)?
La risposta immediata di tutti è incentrata sulla mancanza di tempo da condividere con la propria famiglia, perché, scrivono, "Non avere un giorno di riposo fisso, nè in comune con la maggior parte delle persone, riduce le possibilità di organizzazione e di valorizzazione della propria vita privata. Inoltre le assunzioni non aumentano, quindi la qualità del servizio cala, e la situazione per i lavoratori peggiora" e ancora "..non mi permette di vivere la mia vita privata con la mia convivente nel suo unico giorno libero", "..con il lavoro domenicale è stata determinata la fine del tempo libero, dello svago, della crescita personale individuale e la condivisione di attimi con le persone care". 

- Perché la gente fa la spesa di domenica? 
Anche qui le risposte si trovano unite in un pensiero collettivo: "Per passatempo. Sta diventando un abitudine, e la proporzione acquisti effettivi/visitatori è molto bassa.", "..il sempre aperto ha fatto dimenticare a tutti com'é bello passeggiare all'aria aperta, andare al parco o anche il semplice aperitivo in piazza prima di pranzo" e continuano con pensieri criticando la trasformazione della società moderna con pensieri degni di qualche riflessione in più: "La gente non sa più cosa fare e dove andare con il partner e i propri figli ed è tristissimo.", "La gente fa la spesa, o meglio, va al centro commerciale la domenica perchè è più facile essere lobotomizzati da luci suoni, vetrine e divertimento preconfezionato piuttosto che passare del tempo all'aperto o in casa con figli amici parlando, giocando o condividento momenti e emozioni vere." Last but not least una risposta un po' più completa: "La gente non fa la spesa la domenica parliamoci chiaro, magari acquistano qualcosa tanto per, tuttavia la gente scambia il supermercato per un ritrovo, per un posto ludico per i bambini, per una piazza dove passare il tempo. Il supermercato però non è un posto ludico, è un posto dove fare la spesa. A scapito di questi egoisti i lavoratori interni devono rinunciare alle loro famiglie, spesso per una paga da fame oppure nel peggiore dei casi durante stage non retribuiti in cui non è assicurata nemmeno l'assunzione. Intanto direttori e capireparto la domenica e i festivi non lavorano e a coprire i turni sono sempre gli stessi poveracci"

- Siete contenti di lavorare anche l'ultimo giorno della settimana? 
Mi piace vincere facile e sentire una sana e concisa risposta corale: NO. 

- La paga cambia o rimane sempre la stessa? 
Credevo il fattore paga scatenasse impulsi di grezza impulsività medioevale mentre sembra un fattore meno incisivo della mancanza del tempo libero, commenti sostanzialmente sobri: "Non cambia quasi per niente", "La paga aumenta leggermente, ma il discorso è che se si superano tot. ore quello che si prende fine mese viene "eroso" dalle tasse sul 730, un cane che si morde la coda", "No, quel poco in più che ti pagano dopo viene assorbita dalla tassazione, e poi prendetevi pure i soldi, ma datemi un giorno con la famiglia", "La paga è praticamente la stessa, saranno si è no 5 euro in più per la domenica lavorata"

- I turni che fate sono deliranti o sensati?
Qui data la mia poca esperienza sono scivolato nell'errore di suggerire la parola "delirante" che è stata ripresa nelle risposte, ma vediamone alcune altre: "Non sensati. I centri commerciali rimangono aperti fino alle 21, non si può fare nè pranzo nè cena a casa.", "Turni che possono variare da un giorno all'altro con a volte 9 ore come 6 e mezza con pause pranzo anche di 3/4 ore...", "I turni sono da fuori di testa, in qualsiasi modo (orario continuato o con pausa) resti dentro tanto tempo da non aver in nessun caso voglia di pranzare o cenare, l'unica cosa che si desidera é potersi riposare...", "Il mio orario è da LUN a SAB 8:00/13:00 - 16:00/20:30 e DOM 8:30/13:30 - riposo Giovedì, valuti il giornalista se è o meno delirante stare fuori casa dalle 7:00 alle 21:00 ogni giorno e passare 3 ore di pausa pranzo al centro commerciale, spesso rientro al lavoro prima senza timbrare perchè è frustrante stare 3 ore a zonzo."

- Credo sia più per necessità che per carriera, ma che lavoro fareste se vi fosse libertà di scelta?
Alcuni hanno risposto che gli piace come lavoro se le condizioni fossero migliori, altri farebbero tutt'altro, da arte e restauro a informatico e grafico, alcuni così: "Oggi come oggi, andrei anche in fabbrica, almeno il week and sono a casa, le feste le passo in famiglia, e la sera riesco sempre a cenare con i miei.", mentre qualche risposta ha un velo più triste: "l'assurdo è ke a me fino a qualche anno il mio lavoro piaceva. .ora nn ho nessun stimolo...farei qualsiasi lavoro in cui è possibile crescere..questo lavoro invece ti spegne". 

Qualche risposta banale a qualche domanda banale ma che, nella loro semplicità, ci portano a vedere più chiaramente la situazione dalla parte di chi la vive di persona, domenica su domenica, ed io come sempre porto la speranza di potervici far riflettere sopra. Magari il prossimo weekend potremmo pensare a qualcosa di diverso da fare che passare ore chiuse tra frigoriferi e scatolame piuttosto che tra vestiti, arredamenti o casalinghi...ma se proprio non riusciamo a trovare una plausibile meta alternativa almeno cerchiamo almeno di essere più gentili con chi lavora mentre noi cazzeggiamo.

Il giornalista in bicicletta (anche se prima avevo l'automobile e rimanevo imbottigliato nel traffico),

Charlie Capotorto.


© Riproduzione riservata 

giovedì 27 novembre 2014

Orio al Serio: l'aeroporto che non inquina

Orio al Serio: l'aeroporto che non inquina


Ahh, un argomento che tocca tutti noi, in un modo o in un altro. L'aereo pare il mezzo più veloce, comodo ed economico per raggiungere una meta, vicina o lontana che sia, e farci sentire cittadini d'un mondo con distanze sempre più ridotte. Tra Maggio e Luglio 2014 Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente) ha misurato i livelli di microinquinanti presenti nell'aria aeroportuale e nelle zone limitrofe non riscontrando alcuna criticità né aumenti significativi delle concentrazioni degli inquinanti connessi alle emissioni degli aerei. Le misurazioni ricominceranno tra Dicembre 2014 e Gennaio 2015 e, insieme ai dati estivi, consentiranno di valutare l'eventuale impatto inquinante dell'aeroporto di Orio al Serio sulla qualità dell'aria della città. Perfetto, direi che posso smettere di scrivere finché non arriveranno dati conclusivi...perché non riesco a smettere allora? Forse perché ho letto da poco un articolo interessante del National Geographic che parlava proprio di questo. L'articolo è vecchiotto (di fine 2010) e sarebbe interessante avere fonti più aggiornate ma vediamo di cosa parla, citando la frase che mi ha colpito <..i luoghi con il più grande numero di aereoporti attivi potrebbero non essere quelli a  subire i maggiori impatti ambientali..>. Approfondiamo. <Quando un aereo vola ad altitudini di crociera sopra le nuvole> , continua l'articolo, <i venti possono spandere lontano gli agenti inquinanti permettendo ai venti di spostare queste sostanze e farle cascare a terra a distanze fino a 10.000 km ad est della rotta dell'aereo>. Quindi, praticamente, ammazziamo gli asiatici (ed in particolare gli indiani) ogni volta che prendiamo un aereo. Secondo lo stesso studio l'inquinamento globale provocato dalle emissioni derivanti dagli aerei che volano a 10.000 metri causerebbe 8.000 morti all'anno, mentre per le emissioni in atterraggio e decollo i morti "scendono" a 2.000 ogni anno. Stiamo parlando di persone morte perché vogliamo andare in vacanza in un posto lontano, fermiamoci a riflettere un attimo.

Ora che ho scoperto che volando in Europa ammazzo più gente ad est del mondo che concittadini posso dormire sonni più tranquilli. Anche nei comuni limitrofi possono stare più tranquilli, d'inverno, gli abitanti di 325 abitazioni private dove Sacbo (la società che gestisce lo scalo di Orio) ha installato a proprie spese finestre più spesse per isolarle acusticamente. Si, perché gli abitanti si erano lamentati anche per il troppo rumore che provocavano gli aerei sopra le loro teste, pensa un po'. Alcuni studiosi hanno correlato problemi di pressione alta e disturbi del sonno a chi abita in prossimità di aeroporti...non mi stupisce, provate voi ad addormentarvi e risvegliarvi con rumori continui e alquanto fastidiosi; non siamo tutti come Jake Blues che si culla al rumore continuo del tram di Chicago. Comunque pare che grazie a questo isolamento acustico tutto sia risolto. É davvero così?

Nel 2013 sono transitate quasi 9.000.000 di persone in questo aeroporto "di città", diventato sempre più trafficato grazie alle compagnie low-cost, e tutte quante hanno contribuito ad inquinare l'ambiente in cui viviamo; coscientemente o meno. Ora non vi sto chiedendo di non prendere l'aereo se già l'avete prenotato ma, se state pianificando un viaggio, cercate soluzioni alternative al volo per arrivare a destinazione. Potrete scoprire mondi diversi semplicemente provando a cambiare mezzo di trasporto, credetemi.

Il giornalista in bicicletta,

Charlie Capotorto.


© Riproduzione riservata 

FONTI: 



mercoledì 26 novembre 2014

Matteo Salvini e il tostapane indemoniato

Matteo Salvini e il tostapane indemoniato


Due giorni fa su Twitter è apparso questo messaggio di Matteo Salvini:


Ho subito pensato ad un troll ma da una velocissima ricerca mi sono imbattuto nel tweet originale che non ha lasciato alcun dubbio. Di diamine cosa sta parlando? Subito ho googolato la notizia e sono bastati pochi minuti per trovare informazioni a riguardo, tante in inglese ma anche parecchie in italiano. Il succo qual'è? Uno studio della UE ha individuato grandi e piccole apparecchiature elettriche che non saranno più a norma perché contenenti parti tossiche o perché ad alto consumo energetico e che quindi non verranno più prodotti tra qualche anno con le stesse caratteristiche ma verranno imposti alle case produttrici degli standard di consumo inferiori (o nel caso di parti tossiche una sostituzione del materiale). Tutto qui.

Tanti i prodotti (sedici) tra i quali ascensori, bollitori, asciugacapelli, asciugamani elettrici, telefoni...se volete la lista e lo studio completo, in inglese, lo trovate qui, se in particolare siete interessati, come Salvini, ai tostapani, li trovate a pagina 146. Lo studio è molto importante (che tra l'altro non è ancora finito) e si prefigge, oltre alla riduzione dei consumi energetici inutili, di ridurre l'inquinamento; credo che in fondo vada bene a tutti gli abitanti di questa gabbia di matti.

Forse il leghista si è spaventato pensando al tostapane indemoniato dello scorso anno, o forse già pensava a come tostarsi le sue fette di pane mattutine senza il suddetto tostapane doppio. Detto è che da lui mi aspettavo una colazione da pane e salame nostrano bagnato da un buon bicchiere di rosso; non ci sono più i leghisti celoduristi di una volta.

Il giornalista in bicicletta,

Charlie Capotorto.


© Riproduzione riservata 

Spostarsi con la bicicletta - Una generica prefazione

Spostarsi con la bicicletta - Una generica prefazione


La mobilità a Bergamo è sempre stata un punto cruciale per ogni giunta comunale. Non mi interessa. É sempre stata un punto cruciale per chi a Bergamo si muove ed ogni politica ha portato cambiamenti che sono serviti, alcuni a poco, altri a nulla. Come da titolo voglio parlare della bicicletta, mezzo nobile ed ecologico, che tanto bene si sposta nel traffico cittadino pur rischiando un incidente ogni cinque minuti...ma perché? Facciamo un passo indietro. C'è chi la bicicletta la usa la domenica, quando il sole splende sulla testa di tutti, per fare un giretto al parco, chi con la bici ci corre infilandosi in tutine aderenti e pannolone e chi, come il sottoscritto, la usa ogni giorno per qualunque suo spostamento ed in qualunque situazione metereologica. Si, avete letto bene. Anche se diluvia al lavoro ci si deve arrivare, quindi con pantaloni antipioggia e mantellina piano piano si pedala per chilometri...ma dove pedalo? Sulla strada, sulla pista ciclabile o sul marciapiede? Qui si mette il dito nel punto giusto, come per legare le scarpe, facendo un bel nodo con il fiocco. Tipicamente nel tratto da casa mia al posto di lavoro rimango sulla strada, in quanto in 6 km scarsi non è presente un singolo tratto di pista ciclabile...e non pedalo in piccole stradine nascoste, viale Vittorio Emanuele e via Moroni tanto per citarne due. Non mi soffermerò sul perché non ci sono tratti dedicati ai ciclisti in quanto una risposta non esiste davvero quindi andiamo avanti, terminato il lavoro ho circa 6.5 km per arrivare al C.F.P di via Gleno dove seguo un corso serale e qui il mio passaggio diviene "misto". Montando luci e catarifrangenti vari arrivato a circa metà strada salgo su di un marciapiede/ciclabile per poi scendere sulla strada poco dopo, dato che lo stesso si interrompe, e dopo pochi metri attraverso la strada per trovare un altro marciapiede/ciclabile (sono in via Borgo Palazzo ora) per poi riattraversare e seguirne le indicazioni. Ad un tratto svolterò, avendo ancora 300 mt di ciclabile, dopo di che più nulla. Avrò ancora altri 6 km circa per rientrare a casa passando per ciclabili, marciapiedi, strade asfaltate, buche, ciottolato e pergolato. Al termine di una giornata tipo avrò percorso circa 18.5 km dei quali forse, FORSE, 4 km di ciclabili. 
Personalmente le ciclabili mi piacciono quando sono disegnate a terra e non sul marciapiede, quando sono davvero utili e pratiche e non fatte da chi non ha mai inforcato una bicicletta. Ma il problema qual'è? Oltre al sadomasochismo ed alla faticosità di mantenere uno stile di vita che mi permetta di essere in pace con me stesso non facendomi inquinare, il problema si presenta sotto forma di mezzo a motore. Un mezzo a motore qualsiasi. Quando una bicicletta si sposta non lo fa molto velocemente (lasciamo perdere i corridori per un momento) e non ha nulla che possa proteggere un ciclista dai pericoli esterni, come essere nudi nel bel mezzo di una giungla: se siamo da soli ci spostiamo lenti evitando rami e spuntoni ma se un branco di gnu ci corre accanto inevitabilmente ci faremo del male. Inevitabilmente. Se poi i suddetti gnu corrono a testa bassa la pericolosità aumenta. La bicicletta in se non è pericolosa (certo, posso cadere o scivolare da solo...!!) ma è tutto il resto che rende sempre più difficile spostarsi senza la protezione di una lamiera intorno, posso sentirmi (quasi) sicuro su di una ciclabile, anche se ad ogni pedalata trovo un ostacolo o un automobile che esce da un garage, ma non mi sentirò MAI sicuro sulla strada. Non troppo tempo fa (metà Ottobre 2014) è capitato all'assessore alla Mobilità di Bergamo Stefano Zenoni di esser vittima di un incidente...cos'è successo? Pedalava in via Tremana ed una macchina parcheggiata gli ha aperto la portiera in faccia mandandolo dritto al pronto soccorso con una profonda ferita al braccio. Lo stesso Zenoni il mese prima aveva partecipato ad una sfida organizzata da Legambiente per dimostrare quale fosse il mezzo più efficiente per spostarsi nel traffico cittadino e, pensate un po', aveva vinto la sfida. L'automobile tra i mezzi sfidanti è arrivata ultima; dopo il pedone. Dunque non solo è pericolosa la macchina ma è anche alquanto inutile e lenta. 

Di cosa stiamo parlando allora? Forse del fatto che la vita frenetica di tutti i giorni non ci permette di spostarci senza un mezzo a motore? Abbiamo visto di no, la piccola sfida è stata vinta dalla bicicletta...allora cos'è? La poca voglia di alzare il culo flaccido dal comodo sedile per pedalare e sudare? E perché in palestra le cyclette sono sempre gettonatissime? Non vuoi arrivare sudato al lavoro e non hai accesso ad una doccia? Con quest'ultima domanda, forse la più plausibile e gettonata dagli svogliati automobilisti, vi saluto e ancora una volta vi ringrazio per aver sopportato la lettura fino in fondo e...di cosa stavamo parlando? Di spostamenti in bicicletta in città? Ok, ok, continueremo con una seconda parte più avanti, e poi approfondimenti vari su tombini, ciclabili, regole da rispettare ed altro ancora! Stay tuned!

Intanto vi auguro una buona pedalata, stati attenti al nebbione e ricordate luci e giubbetto catarifrangente!

Il "giornalista" in bicicletta,

Charlie Capotorto.


© Riproduzione riservata 

martedì 25 novembre 2014

Vuoti a perdere - Gli edifici abbandonati di Bergamo

Vuoti a perdere - Gli edifici abbandonati di Bergamo



Quante volte passeggiando, correndo, ammirando il paesaggio in bicicletta, dal treno o dal bus abbiamo notato palazzi ed edifici abbandonati a se stessi? Crepe su muri più vecchi di me, che di anni non ne ho tanti ma per alcuni sono già vintage, segnano come rughe l'ineluttabile passaggio del tempo portando tutti a voltar lo sguardo per cercare nuove costruzioni. 


Perché, mi chiedo, continuiamo a costruire nuove case sopra a nuovi negozi sopra a prati rimasti intatti per anni. Erano campi coltivati ed ora sono palazzi vuoti. Vuoti a perdere. Si. Perché una buona metà di queste nuove case rimane vuota, sia per mancanza di soldi da parte della gente di andare ad abitarle sia per la mancanza della necessità stessa di tali spazi. Non sarebbe meglio ristrutturare i vecchi muri già alti nella nostra città e lasciare il verde per installarvici un parco o uno spazio per i giovani? Pare sia nota a tutti questa situazione ma non sembra che qualcuno stia facendo qualcosa. Nessuno stia facendo nulla non mi piace, si annullano...nulla, nessuno.. . Abbiamo intere case vuote sotto gli occhi, con catenacci ai portoni, vetri rotti e giardini divenuti oramai discarica per mancanza di rispetto degli stessi vicini; abbiamo decine, centinaia di metri quadri a Nostra disposizione e nessuno di essi è utilizzato per qualcosa di buono. O meglio, qualcuno si: la Kascina Occupata di via Ponchia a Monterosso. Non sono ancora andato a trovare quei ragazzi perché in realtà non ho ancora capito se approvo o disapprovo la situazione, presto scriverò anche qualcosa a riguardo ma in questa sede vorrei puntare lo sguardo su quanto detto prima. Sul degrado e sulla desolazione che queste piccole e grandi crepe abbandonate provocano a Bergamo. 

"Non è vero, c'è qualche cosa da sistemare ma la città non è messa così male". Mi piacerebbe poterlo dire davvero. Hey, c'è di molto peggio, certo, ma non mi è mai piaciuto paragonare il peggio con quel che ho, "la mia vita non è male, c'è chi sta molto peggio" è una frase sentita centinaia di volte e sono d'accordo tranne che per un piccolo dettaglio: sono io che devo vivere la mia vita non gli altri. Siamo noi che dobbiamo star bene nella nostra città, ci sarà SEMPRE un posto migliore come un posto peggiore ma non sono QUI. Sono nato e cresciuto a Bergamo, ho passato un paio d'anni circa all'estero ma ora sono qui, mi piacerebbe trovare una risposta ad alcune delle mie domande. Perché questi posti sono lasciati a se stessi? Di chi sono? Come si possono riqualificare? Cosa possono diventare? Com'è possibile che con tutti i problemi e gli sfratti che ogni giorno aumentano questi spazi rimangano così? Ma poi mi sveglio e rido istericamente sotto i baffi, come posso pensare di risolvere i problemi del mondo che mi circonda? Forse da solo non posso ma posso picchiettare insistentemente un dito sulle vostre spalle e riaccendere in voi la curiosità e, forse, la speranza di non essere i soli ad avere a cuore ciò che abbiamo intorno.

Qualche tempo fa avevo in progetto di appendere delle fotografie in centro con tutto ciò di più triste mi passasse per l'obiettivo ma poi, come tanti progetti, l'idea è sfumata sino ad essere accantonata in un garage. Ora torna un pochino utile perché, oltre alle fotografie, avevo segnato gli indirizzi. Tanto per citarne alcune il benzinaio abbandonato in via Carducci, le vecchie cascine in via Daste e Spalenga, l'edificio accanto alla ferrovia di via Magrini, il deposito sotto la superstrada in via Rovelli, il supermercato abbandonato di via Bono, la fabbrica in via David...potrei continuare ma l'elenco non è nulla se non è condiviso quindi chiedo a voi, lettori, se avete qualche segnalazione di edifici o luoghi abbandonati scrivete nei commenti e condividete le vostre scoperte.

Più avanti parleremo anche delle varie associazioni, dei movimenti, dei gruppi e di quant'altro si indirizzi verso l'ambito della riqualificazione urbana e in direzione dell'uso e riuso degli spazi pubblici. Tra i tanti l'associazione "Croce Punto" (protagonismo giovanile e rammendo urbano), la Onlus "Il Cavaliere Giallo" (attività artistiche e trasversalità, laboratorio di opportunità) e...ne avete altre da suggerire?



Per ora è tutto, vi saluto, parto alla ricerca stile Indiana Jones di qualche altro tempio sovrastato dalla natura in pieno stile Angkor Wat.

Il "giornalista" in bicicletta, 

Charlie Capotorto.


© Riproduzione riservata 

lunedì 24 novembre 2014

Il tempo delle pere era finito

Il tempo delle pere era finito 



Il tempo delle pere era finito, ora sembra ricominciare con una marcia in più anche se cerca di nascondersi dietro i numerosi angoli bui della città. La stessa città che la mattina si alza per andare a lavorare e decide di ignorare tutto ciò che preclude fermarsi a riflettere per un istante di problemi non propri. Sono rimasto più deluso che sconvolto dal ritrovamento inaspettato di una spropositata quantità di siringhe in zona stazione, nel bel mezzo del parcheggio delle biciclette. Deluso dall'indifferenza che ancora empiamente attanaglia il cuore di molte persone pronte a salvare Bergamo da inquinamento, povertà, sfratti, fame, criminalità, ingiustizie e violenza mentre si spostano in città con SUV da 200 g/km di emissioni di Co2, che vivono in grandi case mandando la colf a fare la spesa evitando come peste i discount e si rifugiano circondati da allarmi e sbarre alle finestre. Tronfio come un paladino che lotta per una giustizia palesemente utopica mi chiedo come sia possibile che, a fine 2014, una città come la nostra sia così assurdamente confusa e senta ancora il bisogno di scivolare in una droga come l'eroina...chissà quante altre cose non conosco della mia città. 




Me ne chiedo poi il motivo: cosa porta giovani e meno giovani a rovinarsi fino a questo punto? Ho avuto anche io la mia buona fetta di sostanze più o meno pesanti ma poi ad un certo mi sono fermato; perché? Cosa mi ha fatto dire "adesso basta"? Ma ancor prima, perché ho mai iniziato? Un po' lo si fa in compagnia, è normale, ma poi scattano motivi più profondi, quelli per cui a volte ci sentiamo soffocare, con la pancia vuota e buia non per fame ma per dolore. Forse è la mancanza di uno scopo, di una direzione, forse è la possibilità sfumata di proiettarsi in un futuro più lontano di tre settimane o tre mesi, forse è la paura di appartenere ad una generazione di disoccupati, o la paura del giudizio degli altri o...ci possono essere ancora decine e decine di motivazioni ma nessuna giustifica questo sfacelo. 




Non scrivo questa lettera per portare soluzioni, purtroppo non ne ho (anche se credo basti pensarci bene e qualche rimedio lo si trova...), ma per mettervi sotto gli occhi quel che io non sapevo e magari non sapevate nemmeno voi e per porre una "semplice" riflessione: negli ultimi anni la città è cambiata tanto portando opportunità ed estive occasioni di vita notturna ma i problemi e la solitudine che c'erano 10/15 anni fa sono ancora presenti, non è forse meglio cercare di risolverli prima di crearne altri alzando nuovi muri? Come in ogni percorso quando siamo davanti a un problema dobbiamo affrontarlo e risolverlo, se lo ignoriamo quel problema rimarrà li e più il tempo passerà più sarà complicato risolverlo quindi cerchiamo di guardare la città dritta negli occhi e di sorriderle a volte, non è così difficile.

Charlie Capotorto.


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Articolo pubblicato anche su "L'Eco di Bergamo" di Giovedì 20 Novembre per vederlo clicca qui

domenica 23 novembre 2014

Non invano...?

Non invano...?


Dove cominciare? Potrei dilungarmi sul fatto che sto scrivendo questo post dal cellulare e che quindi ci metterò un secolo ma non credo vi interessi molto, anche perché poi lo ricontrollerò al computer. Potrei invece farvi sapere che durante le giornate di venerdì 21 e sabato 22 si è tenuta una due giorni di eventi in ricordo di Carlo Dal Lago, investito ed ucciso ad Aprile 2014 mentre pedalava in zona Seriate. Nella serata di venerdì Paolo Pinzuti, fondatore del movimento #salvaiciclisti, ha presentato il libro "Salva i ciclisti" ed ha raccontato le sue esperienze e le problematiche legate alla sicurezza dei ciclisti, preoccupazioni che a Bergamo sentiamo ogni giorno viste le piste ciclabili inesistenti o "spezzettate" e la poca sensibilità dei mezzi a motore.



Gli stessi mezzi che, durante la pedalata nel pomeriggio di sabato, hanno schiacciato la ruota di una partecipante senza nemmeno fermarsi. Il "corteo" si era fermato per legare una simbolica bicicletta dipinta di bianco nella zona dell'incidente che ha visto vittima Carlo Dal Lago e proprio durante quel breve momento di memoria un quad, impazzito, impaziente e particolarmente irruento, ha sgasato in tutta fretta schiacciando una bicicletta (sulle strisce pedonali per giunta) per poi continuare dritto per la sua strada senza nemmeno fermarsi. Sarà stato in ritardo per gli acquisti del sabato a Orio Center?!? Con qualche perplessità e grazie all'aiuto degli altri partecipanti per il trasporto del mezzo reso inutilizzabile e della ragazza che fortunatamente non si è fatta del male la biciclettata si è conclusa senza altri incidenti presso la libreria Terzo Mondo di Seriate dove i ciclisti hanno ammirato gli acquerelli di Luca Baroni ispirati alle poesie del maestro Dal Lago e fatto merenda con vin brulè, the caldo, biscotti e torte offerti da Spazio Terzo Mondo. 




Durante la serata di Sabato letture delle poesie e delle storie di Dal Lago e, a seguire, musica dal vivo e letture con gli Hillibilly Heroin e Giorgio Personelli. Tutto ciò per ricordare l'ennesima vittima della strada, sperando che incidenti del genere vengano sempre più ridotti sino a scomparire. Il sogno di ogni pedone, ciclista, bambino, anziano, adulto ed essere umano. Cosa stiamo aspettando?.

                             

Ps.: Se tra i lettori c'è anche il proprietario e folle autista del quad si faccia un bell'esame di coscienza, non servirà a nulla se non a fallire un esame gratuitamente ma chissà, forse 5 minuti di rimorso verranno.


Charlie Capotorto.


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Nasce Succedaneo Informativo

Nasce SUCCEDANEO INFORMATIVO


L'ennesimo blog di informazione quotidiana o settimanale o mensile, vedremo ogni quanto vi sarà qualcosa tanto interessante da esser scritta e divulgata nella città dove vivo e sopravvivo: Bergamo.

Perché succedaneo vi chiederete, beh, il buon vocabolario online della Treccani ci aiuterà:


Non è mia intenzione essere il surrogato di alcuna fonte già esistente ma bensì di poter dare una notizia da un punto di vista differente magari lasciando spazio anche a qualche commento personale senza quindi chiudermi in restrizioni che spesso un giornale impone. Detto questo specifico di non esser giornalista, mi piacerebbe certo, perché no, ma ora stiamo parlando d'altro. Quando saprò che qualcuno leggerà le notizie o le riflessioni che scriverò ne sarò ben contento, se inizierete a commentarle sarò ancora più felice (che siano commenti positivi o negativi), quando vi saranno condivisioni e le mie pagine saranno condivise avrò realizzato in parte il senso di questo blog. Già vi ringrazio d'aver letto sin qui e spero di non annoiarvi con articoli e fotografie che presto, prestissimo pubblicherò e quando trovate errori ed orrori ortografici segnalatemeli che li correggerò (perché ce ne saranno tanti, già lo so).

Charlie Capotorto.