venerdì 28 novembre 2014

Una lunga domenica di commercio

Una lunga domenica di commercio


Foto da www.salini-impregilo.com
(impresa costruttrice del centro commerciale di Orio)
Oggi piove e non so' cosa fare, non mi va di stare a casa a rammollirmi sul divano, voglio fare due passi. Vado al centro commerciale. Qualche ora sotto la cara e sempiterna luce artificiale per fare una dozzina di vasche tra sogno e realtà, tra giovani tirati da discoteca e famiglie stanche che trascinano energici bambini tremolanti di Red Bull. Per fortuna è sempre aperto così non devo perdere tempo a controllare orari e giornate di chiusura; in partenza! Salto in macchina e mi dirigo verso Orio al Serio, uno dei più grandi centri commerciali d'Italia, e sulla superstrada già comincia la coda nella corsia di immissione al centro. Dopo dieci minuti di coda ne passo altri quindici per trovare un buco dove mettere la macchina tra i 5.800 parcheggi disponibili, possibile che abbiano avuto tutti la mia stessa idea di passare qualche ora qui? Riesco ad infilarmi nello spazio tra una colonna ed un Hummer grazie alle dimensioni ridotte della mia Fiat 600 e mi dirigo all'ingresso dove, al termine delle due rampe di nastro trasportatore, arriverò a destinazione. Non vedo l'ora di perdermi lungo quei 2 chilometri di vetrine e dimenticarmi della pioggia all'esterno, rincitrullirmi il cervello ammirando lucine intermittenti tra vestiti e scatoline colorate. Inizio il mio passeggiare senza meta da un lato all'altro del centro cercando di coprire la maggior parte di quei 70.000 metri quadrati in modo da non fare due volte la stessa strada...ce la farò? Passati venti minuti mi trovo stordito e confuso, entro alla Iper, ho bisogno di zuccheri per sopportare il bombardamento di suoni che pervade questa "piccola" città commerciale. Vagando nelle corsie mi accorgo di aver bisogno di bibite, del vino, della carne macinata, del formaggio, del riso, del latte, poi del deodorante, delle calze nuove e delle pile stilo. Mi metto in coda con il cestello stracolmo e piano piano avanzo di posizione per arrivare alla cassa e accorgermi di non avere contanti. Ero uscito per fare un giro e non a fare la spesa. Pago con il bancomat e affretto il passo cercando di ricordare colore, lettera e numero per ritrovare la mia macchina. Mi sento nervoso quando per uscire da Orio sono nuovamente in coda e solo grazie ad un cd degli Emerson, Lake and Palmer mi tranquillizzo e riesco a tornare a casa senza andare fuori di matto stile "Un giorno di ordinaria follia". Stanco e con le palpebre pesanti metto via la spesa accorgendomi che di tutto ciò che ho comprato mi servivano solamente le calze, mi siedo e accendo la tv, fuori è già buio e credo che tra poco cenerò. Cos'ho fatto oggi? Ah, si, la spesa.

Ogni riferimento a fatti realmente accaduti o persone realmente esistite è puramente casuale.

Un breve e non troppo immaginario racconto di una domenica da single a Bergamo. Se lo trovate triste allora potete continuare a leggere. Quanto descritto qui sopra in formato di racconto accomuna single, coppie, amici e tutti quanti si trovano persi nella noiosa attività della ricerca di un'occupazione; spesso ciò avviene durante il weekend. 

Ma cosa succederebbe se i negozi fossero chiusi la domenica?

Esistono svariati gruppi e movimenti sul web contrari alle aperture domenicali sregolate di negozi e centri commerciali, come ad esempio il movimento "Libera la domenica", promosso da Confesercenti, che ha depositato la proposta di legge di iniziativa popolare per cambiare la normativa sulle aperture degli esercizi commerciali. Sono state raccolte più di 150.000 firme per portare avanti questa proposta...tutto questo è successo nel Maggio 2013 ma non molto è cambiato, anzi, non mi sembra sia cambiato proprio nulla. Ho chiesto ad un gruppo di Facebook chiamato "Domenica no grazie Italia" di rispondere a qualche domanda e di lasciarmi qualche testimonianza o libero pensiero sull'argomento: le risposte sono state tantissime! Ciò che accomuna i più è la mancanza della famiglia, la possibilità di passare la domenica con i propri cari, i propri figli, e l'angoscia di spiegar loro che mamma e papà devono lavorare e quindi non possono giocare. Il problema di non vedere più nessuno che non faccia la tua stessa vita perché (quasi) tutte le persone sono libere e si godono, giustamente, una giornata al parco, una passeggiata o semplicemente un tranquillo pranzo di famiglia mentre tu devi lavorare. Queste di seguito le domande con le conseguenti risposte (davvero tanti che ho dovuto scremare e riassumere le più esplicative) provenienti da tutta Italia:

- Perché per voi è un problema (lavorare la domenica)?
La risposta immediata di tutti è incentrata sulla mancanza di tempo da condividere con la propria famiglia, perché, scrivono, "Non avere un giorno di riposo fisso, nè in comune con la maggior parte delle persone, riduce le possibilità di organizzazione e di valorizzazione della propria vita privata. Inoltre le assunzioni non aumentano, quindi la qualità del servizio cala, e la situazione per i lavoratori peggiora" e ancora "..non mi permette di vivere la mia vita privata con la mia convivente nel suo unico giorno libero", "..con il lavoro domenicale è stata determinata la fine del tempo libero, dello svago, della crescita personale individuale e la condivisione di attimi con le persone care". 

- Perché la gente fa la spesa di domenica? 
Anche qui le risposte si trovano unite in un pensiero collettivo: "Per passatempo. Sta diventando un abitudine, e la proporzione acquisti effettivi/visitatori è molto bassa.", "..il sempre aperto ha fatto dimenticare a tutti com'é bello passeggiare all'aria aperta, andare al parco o anche il semplice aperitivo in piazza prima di pranzo" e continuano con pensieri criticando la trasformazione della società moderna con pensieri degni di qualche riflessione in più: "La gente non sa più cosa fare e dove andare con il partner e i propri figli ed è tristissimo.", "La gente fa la spesa, o meglio, va al centro commerciale la domenica perchè è più facile essere lobotomizzati da luci suoni, vetrine e divertimento preconfezionato piuttosto che passare del tempo all'aperto o in casa con figli amici parlando, giocando o condividento momenti e emozioni vere." Last but not least una risposta un po' più completa: "La gente non fa la spesa la domenica parliamoci chiaro, magari acquistano qualcosa tanto per, tuttavia la gente scambia il supermercato per un ritrovo, per un posto ludico per i bambini, per una piazza dove passare il tempo. Il supermercato però non è un posto ludico, è un posto dove fare la spesa. A scapito di questi egoisti i lavoratori interni devono rinunciare alle loro famiglie, spesso per una paga da fame oppure nel peggiore dei casi durante stage non retribuiti in cui non è assicurata nemmeno l'assunzione. Intanto direttori e capireparto la domenica e i festivi non lavorano e a coprire i turni sono sempre gli stessi poveracci"

- Siete contenti di lavorare anche l'ultimo giorno della settimana? 
Mi piace vincere facile e sentire una sana e concisa risposta corale: NO. 

- La paga cambia o rimane sempre la stessa? 
Credevo il fattore paga scatenasse impulsi di grezza impulsività medioevale mentre sembra un fattore meno incisivo della mancanza del tempo libero, commenti sostanzialmente sobri: "Non cambia quasi per niente", "La paga aumenta leggermente, ma il discorso è che se si superano tot. ore quello che si prende fine mese viene "eroso" dalle tasse sul 730, un cane che si morde la coda", "No, quel poco in più che ti pagano dopo viene assorbita dalla tassazione, e poi prendetevi pure i soldi, ma datemi un giorno con la famiglia", "La paga è praticamente la stessa, saranno si è no 5 euro in più per la domenica lavorata"

- I turni che fate sono deliranti o sensati?
Qui data la mia poca esperienza sono scivolato nell'errore di suggerire la parola "delirante" che è stata ripresa nelle risposte, ma vediamone alcune altre: "Non sensati. I centri commerciali rimangono aperti fino alle 21, non si può fare nè pranzo nè cena a casa.", "Turni che possono variare da un giorno all'altro con a volte 9 ore come 6 e mezza con pause pranzo anche di 3/4 ore...", "I turni sono da fuori di testa, in qualsiasi modo (orario continuato o con pausa) resti dentro tanto tempo da non aver in nessun caso voglia di pranzare o cenare, l'unica cosa che si desidera é potersi riposare...", "Il mio orario è da LUN a SAB 8:00/13:00 - 16:00/20:30 e DOM 8:30/13:30 - riposo Giovedì, valuti il giornalista se è o meno delirante stare fuori casa dalle 7:00 alle 21:00 ogni giorno e passare 3 ore di pausa pranzo al centro commerciale, spesso rientro al lavoro prima senza timbrare perchè è frustrante stare 3 ore a zonzo."

- Credo sia più per necessità che per carriera, ma che lavoro fareste se vi fosse libertà di scelta?
Alcuni hanno risposto che gli piace come lavoro se le condizioni fossero migliori, altri farebbero tutt'altro, da arte e restauro a informatico e grafico, alcuni così: "Oggi come oggi, andrei anche in fabbrica, almeno il week and sono a casa, le feste le passo in famiglia, e la sera riesco sempre a cenare con i miei.", mentre qualche risposta ha un velo più triste: "l'assurdo è ke a me fino a qualche anno il mio lavoro piaceva. .ora nn ho nessun stimolo...farei qualsiasi lavoro in cui è possibile crescere..questo lavoro invece ti spegne". 

Qualche risposta banale a qualche domanda banale ma che, nella loro semplicità, ci portano a vedere più chiaramente la situazione dalla parte di chi la vive di persona, domenica su domenica, ed io come sempre porto la speranza di potervici far riflettere sopra. Magari il prossimo weekend potremmo pensare a qualcosa di diverso da fare che passare ore chiuse tra frigoriferi e scatolame piuttosto che tra vestiti, arredamenti o casalinghi...ma se proprio non riusciamo a trovare una plausibile meta alternativa almeno cerchiamo almeno di essere più gentili con chi lavora mentre noi cazzeggiamo.

Il giornalista in bicicletta (anche se prima avevo l'automobile e rimanevo imbottigliato nel traffico),

Charlie Capotorto.


© Riproduzione riservata 

1 commento:

  1. La ringrazio per averci dato "voce"
    A noi sembra di parlare ad un branco di finti sordi!!!

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