domenica 7 dicembre 2014

Soli e (non?) abbandonati

Soli e (non?) abbandonati


Tutti abbiamo bisogno di comprensione...anzi, in realtà non ci serve altro. Una persona accanto che ci faccia sentire il calore d'un abbraccio, che ci faccia sentire a casa. Purtroppo non tutti abbiamo la fortuna di voltarci la mattina e, aprendo gli occhi, vedere il volto di qualcuno che ci vuole bene; tanti soffrono la solitudine di una vita passata in una casa vuota. Attaccati allo schermo ci spostiamo tra un monitor e l'altro, dal computer allo smartphone, navigando in un mondo virtuale fatto di dati sparsi in cavi nascosti siamo convinti di essere circondati da persone amiche, che scrivono di felicità e momenti irripetibili, di viaggi in isole lontane e serate in locali pieni di gente bellissima. Sarà davvero la loro realtà? Questo non lo so ma continuamente sento di essere inglobato dai social network e da quel finto senso di benessere che porta il farsi i fatti degli altri. In tanti passano quel poco tempo libero che avanza tra lavoro e sonno attaccati al computer credendo così di ovviare alla realtà dei fatti: si sentono soli e depressi. Una sensazione da non augurare al proprio peggior nemico perché tutti abbiamo bisogno di qualcuno da amare, come dicevano i fratelli Blues, "Everybody needs somebody to love"...nessuno dovrebbe sentirsi abbandonato. Eppure anche a Bergamo centinaia di monolocali trovano inquilini privi di compagnia. 

Affondati nel lavoro ci si trova a spendere la maggior parte del tempo in ufficio, per non andare subito a casa e rimanere nuovamente soli cerchiamo di ritardare il nostro rientro per rimandare il pianto che ci aspetta aprendo la porta. Vorrei dirvi che non siete abbandonati a voi stessi ma non saranno queste parole a scaldarvi le notti, vorrei dirvi che tanti altri, come voi, provano lo stesso dolore nel petto e che si trovano a piangere senza sanguinare ma anche questo servirà a poco. Vorrei consigliarvi di uscire e andare in un qualsiasi locale, fare conoscenza con persone nuove, cercare di divertirvi...ma so' che purtroppo non funziona così. Il dolore che porta la solitudine è profondo e devastante portandoci ad escludere la possibilità del cambiamento. 

Cosa si può fare allora per strapparsi di dosso quel grigio velo che ci ricopre? Provare ad aprirsi agli altri è spesso difficile, e anche quando lo facciamo non sempre riusciamo ad avere i risultati sperati, ma non bisogna mai smettere di provarci. A volte c'è bisogno di qualcuno che veda in noi quel che non riconosciamo guardandoci allo specchio...e bisogna fidarsi di quel qualcuno altrimenti torna ad essere tutto inutile. É davvero incredibile quel che avere una persona accanto può fare per la nostra autostima e serenità, ma finché non usciremo da quel guscio di paura con il quale tentiamo di proteggerci dal mondo, non avremo mai la possibilità di un incontro felice. Finché il nostro pensiero non cambierà ci ritroveremo sempre soli, guardando film sino a tarda notte per cercare d'addormentarci senza pensieri, resteremo sempre ore ed ore al computer compiendo inauditi viaggi mentali alla ricerca di una scusa per sopperire al pensiero della nostra inutilità. 

Anche se però non riuscite a trovare la forza per un cambiamento così radicale non sentitevi abbandonati, non perdete la speranza di ritrovare la felicità nella vostra vita...e non vergognatevi delle vostre scelte, qualunque esse siano; prima di lanciarvi nel baratro dell'abbandono cercate con tutte le vostre forze di ritrovare la scintilla di luce che è dentro di voi. Sapete che c'è. Lo sapete. Non lasciatevi andare.

Un abbraccio a tutti voi, che vi sentiate soli o no.

Il giornalista in bicicletta,

Charlie Capotorto

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